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Danno da Parto

Cause, Conseguenze e Risarcimento

Cos’è il “danno da parto”

Il danno da parto indica le lesioni o conseguenze negative subite dalla madre e/o dal neonato a seguito di eventi verificatisi durante il travaglio o il parto, imputabili a condotte del personale sanitario. Rientra nella categoria più ampia della malasanità e della responsabilità sanitaria.

Cause del danno da parto

  1. Errori durante il travaglio e nascita: Uso improprio di strumenti ostetrici, distocia di spalla.
  2. Mancato monitoraggio: Omissioni nel controllo del tracciato cardiotocografico.
  3. Complicanze ostetriche: Lesioni materne come rottura uterina, emorragie.
  4. Violenza ostetrica: Interventi non consensuali, uso non giustificato di episiotomia.

Conseguenze possibili

Per il neonato: paralisi del plesso brachiale, fratture, encefalopatia, asfissia.
Per la madre: traumi da parto, emorragie, infezioni, rottura uterina.

Errori medici più frequenti

Uso scorretto di strumenti ostetrici, omissione nel monitoraggio, violazione del consenso informato, alterazione della documentazione clinica.

Azioni per il risarcimento del danno

  1. Valutazione del nesso causale.
  2. Tipologie di responsabilità: contrattuale ed extracontrattuale.
  3. Tipologie di danno risarcibile: biologico, morale, patrimoniale.
  4. Iter pratico: documentazione, perizia, diffida, mediazione, azione giudiziale.
  5. Ruolo dell’avvocato: consulenza, coordinamento, rappresentanza.

Box informativo: Tempistiche e normativa

Prescrizione: 10 anni (contrattuale), 5 anni (extracontrattuale), decorrenza da conoscenza del danno.
Normativa: Legge Gelli-Bianco, art. 1218-2043-2236 c.c., art. 590-sexies c.p., DPR 445/2000, Convenzione di Oviedo.

Caso pratico: Sentenza Cass. Civ. n. 29827/2022

Ritardo nel parto cesareo d’urgenza ha causato danni cerebrali permanenti al neonato. Risarcimento di oltre 1 milione di euro riconosciuto ai genitori per danno permanente e morale.